Ecco a voi l’intervista rilasciata da Avv. Giuliano Romini a My Football Social per la rubrica: “ L’agente nel pallone ”.
GIULIANO ROMINI (per gli amici Giulio) – Talent scout e procuratore sportivo di calciatori.
BIOGRAFIA
Giuliano Romini nasce a Ravenna il 12 aprile 1966.
Trascorre un’adolescenza dedita allo studio ed allo sport dove spicca, in particolare, nel tennis e nel calcio.
Decide di dedicarsi poi, fra i due sport, esclusivamente al calcio e, già all’età di tredici anni, viene scelto dall’A.C. Cesena dove rimarrà per quattro anni nel suo settore giovanile.
E’ un periodo di grande fervore per quella società, dove il responsabile del settore giovanile è un certo Arrigo Sacchi che farà la strada a tutti nota. Romini è il capitano della squadra, di un gruppo di ragazzi, alcuni dei quali arriveranno poi addirittura in Nazionale (come Alessandro Bianchi (Inter) e Lorenzo Minotti (Parma) e molti altri si affermeranno nel calcio professionistico di serie A e B.
Il Destino curva su Giulio nell’estate del 1981 quando, durante la preparazione agonistica appena iniziata in un quadrangolare in Trento con Juventus, Inter ed una rappresentativa trentina, al fischio di inizio dell’arbitro e passaggio indietro del pallone da parte di un compagno nel cerchio di centrocampo, a causa di una buca su un terreno non consono alla qualità delle squadre ospitate, Giulio si rompe il perone della caviglia destra.
In un attimo, cambia così il suo Destino.
Infatti, per la gravità di questo infortunio, rimarrà assente dai campi da gioco per i primi sei mesi della stagione agonistica “Allievi”, dopodiché, ritenuto pronto per riprendere l’attività agonistica, viene preso da parte dall’allenatore il quale gli riferisce che la società, durante la sua assenza, ha trovato un altro ragazzo che sta andando bene, per cui il titolare ora è lui e “il capitano” è chiamato a doversi riguadagnare il posto.
Giulio, inizialmente accetta, seppur non proprio convinto ma poi, dato che l’allenatore lo metteva in campo a “spizzichi e bocconi” ovvero gli ultimi 15 – 20 minuti do ogni partita, Giulio piano piano si allontana sino a comunicare le proprie divergenze con l’allenatore in modo formale.
Giulio era un ragazzo che, alla fine di ogni stagione sportiva, aveva sino ad allora ricevuto dai comitati osservatori, il premio come “miglior mezzala sinistra”, per cui, dopo l’assenza forzata subita e la voglia di riprendere l’attività, vedersi relegato a mo’ di panchinaro, tale situazione non poteva di certo andare avanti per molto.
In pratica, non essendoci più sintonia, il Cesena non conferma Giulio il quale, passa all’A.C. Cesenatico (allora in “Interregionale”) per fare un’esperienza diversa.
Lì sarà allenato dapprima da Giancarlo Magrini (venuto in auge con il programma “Campioni” di Italia 1 assieme a “Ciccio” Graziani) e poi anche da Alberto Zaccheroni, altrettanto a tutti noto, che individua in Romini il suo calciatore di fiducia.
Romini nel Cesenatico, all’età di anni 17, si trova in questa situazione. Gioca nell’Under 18 ma viene convocato spesso in prima squadra da Magrini. Poi, per i tornei estivi, viene chiamato da Zaccheroni, allora allenatore degli Allievi, come “fuori quota”. Con Zaccheroni è sintonia pura: verranno vinti dal Cesenatico ed anche proprio contro il Cesena, 4 tornei su 4. Una bella soddisfazione.
Il Cesenatico vincerà il campionato ed approderà in C2.
Giulio però, giunto ai 18 anni, si accorge che il Calcio (forse anche per quella categoria non certo entusiasmante per uno come lui, già leader in ogni dove) gli sta diventando troppo monotono per la sua fantasia: gli esercizi sempre gli stessi, gli schemi pure e la categoria non consona. Allenamenti sempre più massacranti e divertimento sempre meno presente. Gli si palesa sempre più quella diversa concezione del “giocatore di calcio” che aveva avuto sin da piccolo. Ovvero l’imparare a giocare a calcio nel periodo adolescenziale dell’apprendimento, per poi mettere in pratica il tutto una volta formatosi il calciatore “uomo”.
Purtroppo non era così. La sua immagine “idilliaca” di vedere la domenica, quando andava con il padre a vedere le partite di Serie A, i calciatori camminare fino a bordo campo per poi iniziare la partita rappresentava il culmine dello “status quo” del calciatore cui Giuliano ambiva, non immaginandosi invece tutta la fatica e soprattutto la particolare vita di routine che questo sport poteva comportare da lì in avanti. Il calcio, quindi, manifestatosi non come divertimento ma come lavoro addirittura di “routine”, veniva definitivamente abbandonato.
Giulio arriva così ai 19 anni (passando dal Liceo Scientifico di Ravenna, all’Università di Bologna, Facoltà di Giurisprudenza) e, nonostante i continui inviti di Zaccheroni (tuttora grande amico) di seguirlo ove lui allenava (ovvero in tutte le categorie professionistiche che faranno di lui il grande allenatore che è diventato), decide che il calcio non sarà il suo futuro in quanto non sente più quella passione che sino ad allora gli aveva fatto fare enormi sacrifici con allenamenti ed orari estenuanti.
Zaccheroni va al San Lazzaro di Savena e chiama Giulio con la scusa che, dato che studiava a Bologna, poteva anche giocare in una squadra lì vicina. Giulio dice di no, non ne vuol sapere.
Zaccheroni vince il campionato e passa al Lugo. A giugno chiama Giulio per sentire se è tornata la voglia… La risposta di Giulio è ancora: “no Zac, non mi è tornata…”. Zac vince anche quel campionato e richiama ancora una volta Giulio sempre per il Lugo. Ma non se ne farà mai nulla. Giulio ha cambiato il suo percorso…
Giulio, infatti, nel proseguire gli studi, si avvicina con forte interesse alla musica in via autodidatta dedicandosi allo studio di chitarra e pianoforte. Dopo pochi anni si iscrive alla SIAE come Compositore Melodista ed Autore e capisce che è la Musica il campo professionale dove la sua ispirazione e fantasia potranno trovare il giusto spazio. Il pallone non lo lascia ma, appunto, lo ridimensiona nella sua sfera naturale: il gioco con gli amici e nulla di più.
Quindi, nel suo cambiamento di stimoli di vita, Giulio continuerà a giocare a livello dilettantistico nelle serie minori, coltivando l’erudizione giuridica e musicale.
Nel frattempo Giulio continua a studiare e diventa avvocato.
Nell’anno 2003 diventa Presidente di Ravenna Lex, ovvero la squadra di calcio forense ravennate, nonché Presidente dell’Associazione Culturale Legalità e Giustizia. Organizza meeting e conferenze sul senso di giustizia nel rispetto di una legalità ormai sempre più allontanata nei valori da una mentalità spicciola e poco altruista della gente del nuovo millennio. Organizza incontri di calcio per beneficenza, oltre al far partecipare Ravenna Lex al Campionato Nazionale Forense di Calcio che si tiene tutti gli anni.
Per tutti Giulio, è “il Presidente”, per il carisma che lo connota.
Il calcio, quindi, è l’elemento passionale, nato nelle esplicazioni delle attitudini dell’infanzia, che rimane quale fulcro fondamentale dello spirito di un bambino che è cresciuto ma che non ha perso la voglia di giocare.
La musica è la componente che dà linfa alla continua ricerca creativa molto presente in Giulio, fonte di inesauribile stimolo nella vita di tutti i giorni.
Il diritto è il principio ispiratore di uno stile di vita e di una professione imparata, oggi presente, pronta all’occorrenza ad essere ri-utilizzata, ove occorrer dovesse… perché, nella vita, è sempre meglio saper fare più mestieri…
Ora l’Avvocato Romini, divenuto Agente FIFA dal 2011, prosegue sia la professione legale che quella di procuratore sportivo.
– Da quanti anni fa l’agente FIFA? Come é nata in lei questa passione che poi si é trasformata in professione?
Sono Agente FIFA dal 2011. So che ora questa figura è stata cancellata dalla FIFA ma, avendone ottenuto un valido titolo a seguito di tanto studio e superamento di un esame molto complesso, me lo tengo ben stretto, per cui tale titolo non mi muta. E’ come se, essendo io anche avvocato, un giorno o l’altro venisse fuori che il titolo di avvocato è stato cancellato, per cui ritorno solo dottore? E’ un controsenso cui non aderisco. Chiaro che, tuttora, svolgo l’attività di procuratore sportivo con il titolo di avvocato, seguendo la deontologia professionale che mi lega a tale professione. Per quanto attiene, invece, alla passione per il calcio, questa è nata sin da subito, ovvero da quando un pallone mi è circolato fra i piedi. Per il resto, rispondere sinteticamente a questa domanda, per uno come me e per il ruolo che occupo, è praticamente impossibile. Allego quindi la mia biografia ove all’interno è spiegato tutto.
– Quali sono le mansioni principali del suo lavoro?
Al momento il mio lavoro, in simbiosi con quello legale, verte sulla scoperta di giovani talenti in zona (prevalentemente Emilia Romagna), ma sono disponibile a “muovermi” laddove vi siano i giusti presupposti. Una volta ottenuto il consenso dei genitori ai fini della miglior gestione del ragazzo, si passa al rapporto di fiducia, ecc…
– Cosa potrebbe consigliare ad un giovane che vuole fare questo lavoro?
Il consiglio lo do privatamente, facendo parte del mio bagaglio personale.
– In Italia c’é spazio per nuovi agenti di calciatori? Ci sono nuove nazioni in cui il calcio é emergente nelle quali sarebbe produttivo lavorare?
Questo non so. Io mi occupo di crescita del giovane talento. Una volta pronto, si aprono tutte le porte del mondo. Se non è pronto, meglio restare a casa.
– Ci puó parlare di qualche giocatore che segue?
Al momento ho 4-5 giovani talenti di cui mi riservo di proporli a squadre professionistiche però a partire solo dal prossimo anno, ovvero raggiunti i 16 anni di età. Prima voglio che crescano secondo come la penso e quando li proporrò dovranno avere quei requisiti tecnici e comportamentali che caratterizzino anche il mio modo di lavorare.
– Cosa ne pensa di My Football Social come social network che permette a calciatori,agenti,osservatori,allenatori ecc…di crearsi una propria rete contatti e pubblicizzare il proprio profilo a livello internazionale.
Sinceramente è un circuito che ad oggi non conoscevo. Vedrò di approfondire la cosa e successivamente sarò in grado di rispondere eloquentemente anche a questo.
Ringraziamo Lei, a nome di My Football Social, per la disponibilitá e la semplicitá con cui ci ha presentato questo ruolo molto importante e delicato nel panorama calcistico internazionale.
Le auguriamo una carriera ricca di soddisfazioni.